Viaggiare è partire come si è, per tornare come non si è mai stati.
La sua è una famiglia numerosa, che affonda le radici nel cuore profondo dell’Africa. Zii e cugini vivono in Sudafrica da decenni, mentre i suoi tre fratelli hanno scelto i grandi spazi della Namibia – un paese che Monica conosce praticamente come le sue tasche!
Il suo primo ricordo di viaggio dunque, non può che venire da questo grande continente: il nonno la tiene sulle ginocchia, fra le labbra un sigaro cubano, in testa un cappello di feltro a tesa larga, ornato da una fascetta di leopardo… Monica aveva 3 anni e da allora ha viaggiato in lungo e in largo. Adora volare, non su comodi Airbus extra-large, ma a bordo di quei piccoli Chessna che viaggiano a bassa quota.
Del Botswana racconta che… “Il Delta dell’Okavango durante la stagione delle piogge è uno spettacolo incredibile, è come trovarsi in un documentario vivente!” e non dimenticherà mai quella volta in Sudafrica: “Ero nella Penisola del Capo, durante la fioritura del fynbos. Colori meravigliosi, tramonto africano e la mente libera nell’aria fresca della sera.” Mentre in Zambia… “Mi ero persa da qualche parte, in mezzo al bush. Gps fuori uso, la notte che avanza… meno male che con me c’era Rolando, il mio mitico fratello ranger, con lui si è sicuri sempre e ovunque!”
Era in Oman invece, quando ha sentito il ruggito del deserto. “A bordo di una jeep 4x4, dopo la discesa da una duna a motore spento, ho sentito quella che chiamano sabbia ruggente. Un suono profondo e ancestrale, un’emozione.”
Già, perché viaggiare è un’emozione. Che ognuno elabora a modo proprio. Ecco perché l’esperienza del viaggio è così intima, personale... e irrinunciabile.